Luca Dentella risponde ad alcune mie domande.
Nonostante il web sia piano di blog e tutorial su argomenti simili a quelli che scrivo seguo costantemente il lavoro di alcuni bloggers italiani che dedicano il loro tempo a divulgare progetti e informazioni molto interessanti e utili.
Luca è un appassionato di tecnologia che come me condivide sul suo blog (http://www.lucadentella.it) numerosi tutorial su Arduino e non solo!
Ho pensato di porgli alcune domande perché curioso di sapere il suo pensiero:
Chi sei e quale sono le tue attività e i tuoi progetti in campo tecnologico?
Mi chiamo Luca Dentella, ho 36 anni e sono di Bergamo. Laureato in Ing. delle Telecomunicazioni, lavoro per una società di consulenza IT e svolgo attività di IT Architect / IT Project Manager per diversi clienti, soprattutto in ambito finance.
Ho iniziato ad interessarmi all’elettronica durante il periodo scolastico grazie ai “kit” di montaggio e ad alcuni compagni con cui condividevo tale passione. Ho quindi iniziato ad approfondire la programmazione per microcontrollori (Microchip PIC in prevalenza), spostandomi poi su Arduino e su schede Linux embedded (Raspberry Pi, Beaglebone…).
Attualmente mi interesso soprattutto di progetti di automazione (quali “irrighino“, la mia centralina di irrigazione automatica con programmazione via web) e di IoT.
Mi è sempre piaciuto l’ambito “divulgativo”: ho tenuto corsi di informatica, scritto manuali tecnici e nel 2011 – con il primo articolo “guida al servizio FusionPCB di SeeedStudio” – è nato il blog www.lucadentella.it che attualmente conta più di 200 articoli pubblicati nelle due lingue italiano/inglese.
Esistono progetti basati su Arduino che si sono tramutati in vere aziende. Programmare Arduino
da la possibilità di crearsi un lavoro?
In ambito aziendale è sicuramente molto apprezzato il fatto che Arduino consenta un time-to-market molto rapido. Grazie infatti alla possibilità di disporre degli schemi delle boards, di librerie molto complete e di una documentazione molto valida, i tempi di prototipazione di un nuovo progetto si riducono moltissimo. Le piccole-medie imprese possono quindi sviluppare progetti “personalizzati” sulle esigenze dei clienti senza dover affrontare i costi di uno sviluppo della parte elettronica “da zero”.
Quali piattaforme alternative reputi interessanti studiare?
Sicuramente consiglio di approfondire l’utilizzo del S.O. Linux in ambito embedded: schede come la Raspberry Pi consentono lo sviluppo di progetti IoT complessi ad un costo molto basso.
Arduino ha contribuito tanto alla diffusione del movimento open hardware. La possibilità di copiare
e modificare gli schemi delle proprie schede, crea valore oppure può essere uno svantaggio,
per chi ha una azienda, aderire a questa filosofia?
L’esperienza di aziende come SparkFun, Adafruit, Olimex… dimostra come rilasciare i files CAD dei propri prodotti (e quindi esporsi al rischio che questi vengano “clonati”) possa diventare un vantaggio.
In una recente intervista ad esempio il fondatore di Olimex ha riportato come i propri clienti si sentano più “sicuri” nell’utilizzare una board Open Hardware nei propri prodotti: avendo a disposizione i files CAD la board potrà comunque essere realizzata da terzi anche se il fornitore iniziale dovesse chiudere la produzione.
Anche il mercato dei droni è in forte espansione, consigli di utilizzare una piattaforma open o una closed?
Attualmente secondo me dipende molto dall’utilizzo del drone: in ambito professionale sono richiesti determinati criteri di affidabilità e sicurezza (ad esempio la possibilità di avere due centraline “in team” in modo da sopportare un eventuale fault di una di queste) che prodotti commerciali closed possono offrire. In ambito hobbistico invece le piattaforme open consentono un “hacking” molto più spinto (firmware sperimentali, funzionalità aggiunte quasi giornalmente…) e in definitiva sono più divertenti ;)
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare molto di IoT, può essere un nuovo mercato su cui puntare (per fare piccola impresa) o è già preda dalle grandi case costruttrici?
Le grandi case produttrici ora hanno capito l’importanza di IoT e in generale di avere dispositivi “smart” e sempre connessi e quindi si stanno muovendo. Non penso però che il mercato sia saturo e che si siano già esplorati i vantaggi del cloud e dell’ “always connected” in ogni ambito: credo quindi che ci sia ancora spazio per realtà piccole con buone idee. Pensate all’esempio di Nest che, fondata nel 2010 per produrre termostati “smart” quando ancora non si parlava di IoT in ambito domotico, in pochi anni è arrivata ad avere più di 1000 dipendenti e ad essere acquisita da Google.
Quali sono i tuoi consigli per chi vuole iniziare ad usare Arduino ma non sa da dove partire?
Acquistare uno starter kit, magari di quelli che contengono modulini già pronti e che quindi non richiedono alcuna saldatura, e iniziare a “giocare”, implementando gli esempi presenti su Arduino Playground e siti analoghi. Partire sempre da progetti semplici con un singolo sensore o attuatore e imparare a suddividere comunque progetti complessi in “mattoncini”: sto dando un esempio di questo metodo ora sul blog con una serie di articoli relativi ad un progetto di termometro con le nixie (http://www.lucadentella.it/category/nixie-thermometer/).
Per prima cosa mi sono chiesto come si pilota una nixie con Arduino, poi come leggere il sensore di temperatura scelto… e solo alla fine ho unito i vari elementi nel progetto finale.
Purtroppo infatti vedo spesso (anche nel forum ufficiale) persone che vogliono partire con progetti difficili e che quindi, alla prima comprensibile difficoltà, rinunciano.
Ringrazio Luca per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande e per il suo costante lavoro di divulgazione sul suo blog www.lucadentella.it.
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